La simulazione delle proprie paure


Fare l’imprenditore con il portafogli già pieno, forse, non significa esserlo realmente, ma non può di certo considerarsi una colpa, così come sfruttare al massimo le occasioni che la vita riserva ad alcuni.
Neppure avere una vita sessuale promiscua attiva è una colpa.
Abusare di droghe, forse. Ma dipende da troppi fattori; emotivi, culturali e sociali.
Consapevolezze etiche e giudizi morali lasciamoli scagliare a chi pensa di essere legittimato a farlo.
Non si tratta di difendere il comportamento di chi, dopo un ricco weekend di gozzoviglie e bagordi, si riduce a mettere in scena un sequestro di persona a scopo di estorsione per cavarsi da un impiccio debitorio.
Ciò che traspare è soprattutto una personalità fragile ed insicura, capace di infondere tanta mestizia agli occhi di chiunque.
Lapo è la dimostrazione che non vi sono espedienti miracolosi per affievolire la paure dell’uomo, di fronte alle quali non v’è ricchezza né povertà.  Non v’è cultura, istruzione. Non v’è famiglia o solitudine che tenga.
Paure che in tale contesto, più che mai, assumono quei connotati di liquidità di cui Zygmunt Bauman ne ha illustrato le essenze. Liquidità da  intendersi come riflesso della volubilità, della leggerezza e della freneticità della società attuale.
Tuttavia, mettere in scena un reato, quale il sequestro di persona (al fine di estorsione), in qualsiasi contesto normativo o sociale, è grave.
In primis per il tipo di reato simulato in questo contesto, il cui bene tutelato (la libertà personale, appunto) rientra nel novero dei diritti cosiddetti inviolabili.
Inoltre la simulazione di reato (nel nostro ordinamento qualificata come un delitto contro l’attività giudiziaria) tutela il regolare funzionamento della giustizia e cerca di evitare l’avvio di inutili indagini da parte della polizia.
Comportamento grave tanto per l’ordinamento penale italiano quanto (e forse ancor di più) nell’ordinamento penale statunitense.
E se per alcuni, nella situazione sull’onda della cronaca di questi giorni relativa a Lapo Elkann, l’imminente processo (e le relative ed eventuali pene) saranno espressione di un’equa vendetta, per tutti gli altri interverrà la legge, nel suo imponente ruolo egualitario, di fronte alla quale (così come di fronte alle paure..) non v’è ricchezza né povertà, non v’è cultura o istruzione e, soprattuto, non v’è famiglia o solitudine che tenga.
E in un paese civile la legge non è mai vendetta bensì un’azione di riequilibrio e per operare concretamente deve essere uguale per tutti.


Il testo di Bauman, considerato l'Atlante delle paure è il seguente:

Zygmunt Bauman, paura liquida, ed. Laterza, 2006

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