Educazione Alla Legalità - strumenti di intervento
Educare
alla legalità costituisce uno nei principi fondamentali per costruire una
società sorretta dai criteri della correttezza e del rispetto del prossimo. Una
società orientata verso la legalità è una società nella quale ognuno potrà
vivere meglio e potrà sentirsi al sicuro.
L’educazione
alla legalità, intesa come evoluzione delle discipline giuridiche, potrebbe
essere una disciplina scolastica, una materia insegnata ai ragazzi fin dalla
primissima infanzia e, soprattutto, un modo per far concepire la legge e i
principi che essa tutela a bambini, a giovani studenti e, soprattutto, agli
adolescenti.
Proprio
perché insegnare il rispetto del prossimo ed i principi in difesa della società
dagli attacchi che ne pregiudicano il benessere fa si che
gli studenti di oggi, bambini,
potranno essere degli adulti migliori di domani.
Intervenendo
presto nell’educazione dei bambini ed orientandola verso i valori della
legalità, si permetterebbe di avere una futura società di adulti consapevoli.
Si rimane bambini per poco
tempo. Davvero troppo poco. Dopodiché si
è adulti per tutto il resto della vita.
E se
non si interviene adeguatamente sull’educazione (primaria) dei bambini,
e se su di essi non si investe il più possibile, la società ne pagherà un prezzo altissimo.
*** *** ***
Se è
vero, infatti, che ogni società è caratterizzata dalla presenza di norme che la
tutelano, tendenzialmente, ai cittadini sarà permesso fare quanto non espressamente vietato
dalla legge.
Di conseguenza,
ai pubblici poteri sarà consentito agire nei soli casi, modi e nei tempi stabiliti
dalla legge stessa. Tale principio, detto di stretta legalità, caratterizza una
forma di Stato definita, appunto, Stato
di Diritto.
Diretta
conseguenza dell’affermarsi del Costituzionalismo liberale, lo Stato di Diritto si basa sul concetto
per cui le regole,
contenute nella legge, sono di diretta derivazione Parlamentare e, dunque, dell'organo di espressione diretta della sovranità popolare.
In un
contesto di Fonti del Diritto (ossia di quegli atti dai quali derivano le norme
giuridiche, essendo esse indicazioni di
comportamento) la legge costituisce, dunque, la fonte primaria, ossia la
fonte di diretta espressione parlamentare.
Chiaramente,
in una ipotetica struttura piramidale, al vertice delle fonti, gerarchicamente
sovraordinata alla legge, si trova la Costituzione, che rappresenta la fonte delle fonti.
Proprio
all’interno della fonte delle fonti troviamo, implicitamente, il principio di
legalità: l’art. 23 della Costituzione italiana afferma, infatti, che “nessuna prestazione personale o patrimoniale
può essere imposta se non in base alla legge”. Laddove, infatti, la
Costituzione italiana afferma che solo la legge potrà trattare una determinata
materia, si parlerà, appunto, di riserva di legge.
NB: La riserva di legge può essere Assoluta o
Relativa. E’ Assoluta quando
solamente la legge (Parlamentare) potrà trattare una determinata materia. E’ Relativa quando anche una fonte diversa
dalla legge potrà legiferare su di un determinato e particolare argomento (si
pensi ai decreti legge e ai decreti legislativi e, cioè agli atti (del Governo)
aventi forza di legge).
Letteratura, poesia e narrativa come strumenti
indispensabili per tramandare valori
La legalità
piò essere insegnata in diversi modi. Innanzitutto cercando di far intuire l’importanza
dei principi fondamentali contenuti all’interno della Costituzione Italiana. Dall’uguaglianza
alla libertà personale. Dalla libertà di espressione del proprio pensiero alla
libertà di professare il proprio credo religioso. Dalla libertà di
riunione e di associazione alla libertà di circolazione.
Un primo modo
efficace, ad esempio, potrebbe essere quello di riferirsi alla letteratura, alla poesia e alla narrativa
per far percepire l’importanza dei principi garantisti della Carta
Costituzionale.
La poesia e
la narrativa implicano infatti un importante impatto immedesimativo ed
empatico tale da poter far rivivere, nel lettore, le emozioni, le paure e le speranze vissute dall’autore.
Ma ancora, ad esempio, attraverso
la pittura e l’impatto evocativo che la stessa cerca di
tramandare.
Oppure, infine,
la recitazione, lo sforzo immedesimativo per eccellenza che volge verso un’autentica
catarsi non soltanto per chi recita ma anche e, soprattutto, nei confronti di
chi osserva e recepisce il messaggio sotteso alla recitazione stessa.
Un albero cresce a Brooklyn –
Betty Smith
Vi sono
libri che conducono ad un grande insegnamento sul modo di reagire alla vita e
su come affrontare le sofferenze che la stessa ci propina. Il cui messaggio
è quello di andare oltre, di emarginare
il disagio ed il dolore che deriva da esso.
Il mio primo
pensiero va a Betty
Smith, autrice americana, nata a Brooklyn da genitori immigrati
tedeschi che nel 1943 pubblica il libro che sarà il suo più grande successo: Un albero
cresce a Brooklyn, del quale riporto una mia recensione del 2009.
“Questo libro porta con sé un il più
significativo messaggio, appunto, sul modo di reagire alla vita e su come
affrontare le sofferenze che spesso ci propina.
La sofferenza vissuta sempre con dignità,
oltrepassata col sorriso, col buonumore e con la volontà di capirne il reale
motivo, di indagare sulle origini del proprio male. L’autrice vuol proprio farci
capire che la vita, se ci riserva cose negative, forse, lo fa perché ci ritiene
all’altezza di poterle affrontare.
Brooklyn fa da sfondo alle vicende di una
ragazzina, Francie Nolan, che nel corso del libro vediamo diventare una giovane
donna, matura e soprattutto divertita dalla vita.
Caparbia, determinata, sogna di diventare una
scrittrice e di studiare. Ma i soldi sono pochi e la famiglia, in estrema
difficoltà economica, conseguente alla prematura morte del padre, è impotente
di fronte al desiderio di Francie, di proseguire gli studi.
Costretta a lasciare la scuola, si dedica a
piccoli lavoretti (tra cui, ad esempio, la straccivendola) che le consentono di
togliersi quegli sfizi che ad una bambina danno tanta soddisfazione.
L’assenza del padre, il lasciare la scuola e
fare un lavoro umile fanno capire alla giovane che nella vita non è importante
possedere od ottenere qualcosa nella sua materiale disponibilità. È importante
dare il massimo per tutto. Fare il meglio per ottenere qualcosa. Anche se quel
qualcosa, di fatto, non arriva mai.
La sua vita trascorre velocemente, la sua
infanzia la abbandona scivolandole in fretta tra le mani, il tutto sullo sfondo
di una Brooklyn ancor più ingrigita dalla guerra.
Un albero cresce a Brooklyn è un libro bello,
mai pesante, nonostante sia ricco di eventi (spesso tristi) e di personaggi, sapientemente presentati dalla narratrice.
Una narratrice che risulta essere
particolarmente coinvolta nella storia, che si lancia con proprie opinioni che
esaltano, ogni volta, il buon cuore della protagonista: una giovane donna che
ama la propria vita e che ha capito come reagire alle sofferenze.
Questo libro è un insegnamento di vita, la
chiave per reagire al dolore, ai dispiaceri.
Inoltre è pieno di valori: dall’amicizia, alla
famiglia. Dall’amore alle diversità generazionali.
E la metafora, intesa nel titolo del libro è
qualcosa di incredibilmente intenso: un albero che cresce a Brooklyn, è
qualcosa di surreale. Un albero le cui radici affondano nel cemento, in
qualcosa di improbabile, in un terreno arido, duro, dove crescere diventa una
lotta e dove la vita diventa la vera sfida”.
Commenti
Posta un commento
Attenzione
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti linkati.
Alcuni testi o immagini inseriti in questo blog sono tratti da internet e, pertanto, considerati di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email.
Saranno immediatamente rimossi.