Educazione Alla Legalità - strumenti di intervento

Educare alla legalità costituisce uno nei principi fondamentali per costruire una società sorretta dai criteri della correttezza e del rispetto del prossimo. Una società orientata verso la legalità è una società nella quale ognuno potrà vivere meglio e potrà sentirsi al sicuro.
L’educazione alla legalità, intesa come evoluzione delle discipline giuridiche, potrebbe essere una disciplina scolastica, una materia insegnata ai ragazzi fin dalla primissima infanzia e, soprattutto, un modo per far concepire la legge e i principi che essa tutela a bambini, a giovani studenti e, soprattutto, agli adolescenti.

Proprio perché insegnare il rispetto del prossimo ed i principi in difesa della società dagli attacchi che ne pregiudicano il benessere fa si che gli studenti di oggi, bambini, potranno essere degli adulti migliori di domani.
Intervenendo presto nell’educazione dei bambini ed orientandola verso i valori della legalità, si permetterebbe di avere una futura società di adulti consapevoli.

Si rimane bambini per poco tempo. Davvero troppo poco. Dopodiché  si è adulti per tutto il resto della vita
E se non si interviene adeguatamente sull’educazione (primaria) dei bambini, e se su di essi non si investe il più possibile, la società ne pagherà un prezzo altissimo.
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Se è vero, infatti, che ogni società è caratterizzata dalla presenza di norme che la tutelano, tendenzialmente, ai cittadini sarà permesso fare quanto non espressamente vietato dalla legge.
Di conseguenza, ai pubblici poteri sarà consentito agire nei soli casi, modi e nei tempi stabiliti dalla legge stessa. Tale principio, detto di stretta legalità, caratterizza una forma di Stato definita, appunto, Stato di Diritto.
Diretta conseguenza dell’affermarsi del Costituzionalismo liberale, lo Stato di Diritto si basa sul concetto per cui le regole, contenute nella legge, sono di diretta derivazione Parlamentare e, dunque, dell'organo di espressione diretta della sovranità popolare.
In un contesto di Fonti del Diritto (ossia di quegli atti dai quali derivano le norme giuridiche, essendo esse indicazioni di comportamento) la legge costituisce, dunque, la fonte primaria, ossia la fonte di diretta espressione parlamentare.
Chiaramente, in una ipotetica struttura piramidale, al vertice delle fonti, gerarchicamente sovraordinata alla legge, si trova la Costituzione, che rappresenta la fonte delle fonti.
Proprio all’interno della fonte delle fonti troviamo, implicitamente, il principio di legalità: l’art. 23 della Costituzione italiana afferma, infatti, che “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”. Laddove, infatti, la Costituzione italiana afferma che solo la legge potrà trattare una determinata materia, si parlerà, appunto, di riserva di legge.
NB: La riserva di legge può essere Assoluta o Relativa. E’ Assoluta quando solamente la legge (Parlamentare) potrà trattare una determinata materia. E’ Relativa quando anche una fonte diversa dalla legge potrà legiferare su di un determinato e particolare argomento (si pensi ai decreti legge e ai decreti legislativi e, cioè agli atti (del Governo) aventi forza di legge).
Letteratura, poesia e narrativa come strumenti indispensabili per tramandare valori
La legalità piò essere insegnata in diversi modi. Innanzitutto cercando di far intuire l’importanza dei principi fondamentali contenuti all’interno della Costituzione Italiana. Dall’uguaglianza alla libertà personale. Dalla libertà di espressione del proprio pensiero alla libertà di professare il proprio credo religioso. Dalla libertà di riunione e di associazione alla libertà di circolazione.
Un primo modo efficace, ad esempio, potrebbe essere quello di riferirsi alla letteratura, alla poesia e alla narrativa per far percepire l’importanza dei principi garantisti della Carta Costituzionale.
La poesia e la narrativa implicano infatti un importante impatto immedesimativo ed empatico tale da poter far rivivere, nel lettore, le emozioni, le paure e le speranze vissute dall’autore.
Ma ancora, ad esempio, attraverso la pittura e l’impatto evocativo che la stessa cerca di tramandare.
Oppure, infine, la recitazione, lo sforzo immedesimativo per eccellenza che volge verso un’autentica catarsi non soltanto per chi recita ma anche e, soprattutto, nei confronti di chi osserva e recepisce il messaggio sotteso alla recitazione stessa.
Un albero cresce a Brooklyn – Betty Smith
Vi sono libri che conducono ad un grande insegnamento sul modo di reagire alla vita e su come affrontare le sofferenze che la stessa ci propina. Il cui messaggio è  quello di andare oltre, di emarginare il disagio ed il dolore che deriva da esso.
Il mio primo pensiero va a Betty Smith, autrice americana, nata a Brooklyn da genitori immigrati tedeschi che nel 1943 pubblica il libro che sarà il suo più grande successo: Un albero cresce a Brooklyn, del quale riporto una mia recensione del 2009.
Questo libro porta con sé un il più significativo messaggio, appunto, sul modo di reagire alla vita e su come affrontare le sofferenze che spesso ci propina.
La sofferenza vissuta sempre con dignità, oltrepassata col sorriso, col buonumore e con la volontà di capirne il reale motivo, di indagare sulle origini del proprio male. L’autrice vuol proprio farci capire che la vita, se ci riserva cose negative, forse, lo fa perché ci ritiene all’altezza di poterle affrontare.
Brooklyn fa da sfondo alle vicende di una ragazzina, Francie Nolan, che nel corso del libro vediamo diventare una giovane donna, matura e soprattutto divertita dalla vita.
Caparbia, determinata, sogna di diventare una scrittrice e di studiare. Ma i soldi sono pochi e la famiglia, in estrema difficoltà economica, conseguente alla prematura morte del padre, è impotente di fronte al desiderio di Francie, di proseguire gli studi.
Costretta a lasciare la scuola, si dedica a piccoli lavoretti (tra cui, ad esempio, la straccivendola) che le consentono di togliersi quegli sfizi che ad una bambina danno tanta soddisfazione.
L’assenza del padre, il lasciare la scuola e fare un lavoro umile fanno capire alla giovane che nella vita non è importante possedere od ottenere qualcosa nella sua materiale disponibilità. È importante dare il massimo per tutto. Fare il meglio per ottenere qualcosa. Anche se quel qualcosa, di fatto, non arriva mai.
La sua vita trascorre velocemente, la sua infanzia la abbandona scivolandole in fretta tra le mani, il tutto sullo sfondo di una Brooklyn ancor più ingrigita dalla guerra.
Un albero cresce a Brooklyn è un libro bello, mai pesante, nonostante sia ricco di eventi (spesso tristi) e di personaggi,  sapientemente presentati dalla narratrice.
Una narratrice che risulta essere particolarmente coinvolta nella storia, che si lancia con proprie opinioni che esaltano, ogni volta, il buon cuore della protagonista: una giovane donna che ama la propria vita e che ha capito come reagire alle sofferenze.
Questo libro è un insegnamento di vita, la chiave per reagire al dolore, ai dispiaceri.
Inoltre è pieno di valori: dall’amicizia, alla famiglia. Dall’amore alle diversità generazionali.
E la metafora, intesa nel titolo del libro è qualcosa di incredibilmente intenso: un albero che cresce a Brooklyn, è qualcosa di surreale. Un albero le cui radici affondano nel cemento, in qualcosa di improbabile, in un terreno arido, duro, dove crescere diventa una lotta e dove la vita diventa la vera sfida”.





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