Report sugli omicidi volontari (1° gennaio – 3 settembre 2023).
Il 04/09/2023 il DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA - DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA CRIMINALE - Servizio Analisi Criminale ha pubblicato il documento di analisi degli omicidi volontari avvenuti in Italia nel periodo 01/01/2023 al 03/09/2023.
I dati vengono raccolti ed elaborati dalla Banca Dati
delle Forze di polizia, vengono confrontati in sinergia con le informazioni che
pervengono dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
Dal report emerge che relativamente al periodo 1
gennaio – 3 settembre 2023 sono stati registrati 225 omicidi, con 77
vittime donne, di cui 61 uccise in ambito familiare/affettivo; di
queste, 38 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato
rispetto a quello analogo dello scorso anno, si registra un incremento del
numero degli eventi, che da 215 arrivano a 225 (+5%), mentre diminuisce
il numero delle vittime di genere femminile, che da 81 diventano 77
(-5%).
Ora, questa frase, non alimenta alcuna speranza, né è
indice di una redenzione della società dal punto di vista emozionale. Non rappresenta
affatto un dietreggiare rispetto alle uccisioni di donne per il fatto di esser
donne.
È un mero dato statistico. Ma come già affrontato (qui – la semantica del femminicidio), non bisogna essere uccise per alimentare le statistiche.
Quindi, lo ripeto sempre, rappresentando, il femminicidio, il culmine di una serie di atti violenti, sarebbe opportuno intervenire in linea preventiva, duramente, con tutele concrete e definitive, senza dover rientrare nella letteratura statistico-criminale del nostro Paese.
Pertanto, una diminuzione del 5% rispetto ai
femminicidi avvenuti nell’anno precedente, non ci pone dinnanzi ad una
recrudescenza del fenomeno, certo, ma non ci permette nemmeno di mostrare un bieco
respiro di sollievo. Indurrebbe, solamente, a sminuire un pericolo,
sottovalutandolo.
Il femminicidio rappresenta, dunque, una parte
preponderante degli omicidi di donne, intendendo con questo termine, la
caratteristica della maturazione in ambito famigliare o all’interno di
relazioni sentimentali.
Escludendo dagli omicidi volontari che vedono
protagoniste le donne, quelli commessi a prescindere dallo status di donna
in quando tale (si pensi ad una rapina, o alla morte a seguito di un
attentato ..), oltre 4 omicidi su 5 sono femminicidi. Sono commessi nei
confronti di una donna in quanto donna.
Femminicidio è un concetto puramente criminologico:
deriva dal termine inglese Femicide, coniato dall’attivista Diana
Russell. Indica la peculiarità di un omicidio di genere, cioè che ha ad
oggetto la donna in quanto tale.
Fu proprio l’autorevole criminologa a parlare per prima della differente modalità di esecuzione dell’omicidio dell’uomo rispetto all’omicidio della donna: se l’uomo è ucciso, prevalentemente, ad opera di uomini appartenenti alla criminalità (più o meno organizzata) le donne sono vittime di omicidio nell’ambito di relazioni sentimentali, attuali o passate, in cui l’uomo diventa, spesso, l’autore preannunciato.
Diana Russell,
1938-2020
Scrittrice, sociologa e criminologa, nota per aver contribuito
alla diffusione a livello sociologico, dottrinale e criminologico il concetto
di Femminicidio, scomparsa nel 2020.
Sudafricana, ma naturalizzata statunitense, ha
dedicato i suoi studi e gran parte della sua vita professionale alla lotta
contro la violenza sulle donne e a tutte quelle condotte che sfociano nell’estremo
gesto del femminicidio.
È stata la prima a sottolineare l’importanza di "chiamare le cose con il proprio nome", e di evitare di abbassare il livello di attenzione nei confronti degli episodi di violenza, perché ciò equivarrebbe a censurare e a contribuire a considerare le donne in maniera estremamente riduttiva.
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